Perché noi. Sette numeri
1) 32. Sono i nostri immatricolati nel 2023-24. Sono persone, non numeri: individui che ci hanno onorato con la loro scelta, di cui siamo orgogliosi, di cui ci prendiamo cura. Sono anche parte della nostra comunità di studenti, 135 in tutto, docenti e amministrativi che ogni giorno si incontrano, dialogano e crescono insieme.
2) 16. Sono gli altri corsi di laurea non telematici analoghi al nostro in Italia. Per noi sono partner, non avversari. Impariamo gli uni dagli altri, ciascuno con le proprie specificità, i propri pregi e i propri limiti. Scambiamo esperienze e lavoriamo insieme. Come è avvenuto nel maggio 2024 con il Prof. Ruggero Eugeni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che ci è venuto a trovare e ha tenuto una conferenza su “Le immagini algoritmiche e i nuovi statuti esperienziali del visuale”.
Siamo uno dei sedici, forti della nostra unicità, ma anche della rete regionale e nazionale cui apparteniamo.
3) 77,8. È la nostra percentuale di laureati in corso nel 2023, più alta di dieci punti percentuali rispetto alla media degli altri corsi italiani. La percentuale sale al 98,4% se si considera chi si laurea entro un anno oltre la durata normale del corso. È importante per noi che il corso non sia un parcheggio, che gli ostacoli e le verifiche siano al contempo rigorose e superabili, che chi si laurea e i futuri datori di lavoro sappiano quanto ci preme prendere il tempo sul serio.
4) 4,9. È il nostro rapporto tra studenti e docenti: vuol dire che abbiamo un docente ogni cinque studenti. La media negli altri corsi analoghi al nostro in Italia è più alta, quasi otto studenti per docente. Per noi non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Anche qui un buon numero è ingannevole se non corrisponde alla sostanza, alla qualità, alla profondità dei rapporti in una comunità di formazione e di ricerca. Per questo i nostri docenti cercano il migliore equilibrio tra la disponibilità verso gli studenti e la loro autonomia, la cura per le esigenze del singolo e l’attenzione alle dinamiche del gruppo.
5) 85,7. È la percentuale di quanti, tra chi insegna nel nostro corso, sono docenti di ruolo di discipline fondamentali (di base e caratterizzanti) per questa tipologia di laurea secondo il Ministero dell’Università. La media per gli altri corsi in Italia è significativamente più bassa di circa 10 punti percentuali. È in linea con questo nostro profilo l’altro dato della percentuale di ore insegnate da docenti di ruolo, il 73,4%, contro il dato più basso, il 58%, degli altri corsi analogo al nostro in Italia. I due numeri significano che anche se la nostra formazione è molto varia per materie insegnate e per tipologia di insegnanti, e infatti abbiamo docenti a contratto, scegliamo di non disperderci in mille rivoli, di non inseguire mode superficiali, e invece concentriamo le nostre energie sulle discipline fondamentali e sui docenti di ruolo, studiosi integrati istituzionalmente nel nostro ateneo, la cui competenza nella didattica e nella ricerca è periodicamente valutata.
6) 77,8. È la percentuale dei nostri laureati che a tre anni dal conseguimento del titolo risultano svolgere un’attività lavorativa o di formazione retribuita. La percentuale è leggermente inferiore alla corrispondente media nazionale del 81,8%. È fondamentale che la formazione sia allineata al mondo del lavoro, ma siamo consapevoli del rischio che una percezione ottusa di «ciò che vuole il mercato» inibisca la nostra creatività e ci faccia rinunciare al nostro ruolo di interlocutori alla pari delle professioni vecchie e nuove. Come dimostra il successo del nostro Master in comunicazione d’impresa, chi sceglie un nostro laureato cerca proprio questo: non qualcuno che sia stato formato passivamente per la catena di montaggio, ma un interprete originale delle nuove esigenze lavorative.
7) 32. Sono gli anni di vita del nostro corso, uno dei primi in Italia quando nel 1992 nacque la formazione in Scienze della comunicazione e da allora uno dei più solidi ed innovativi, apprezzato da chi lo ha scelto, dalla comunità scientifica e nel mondo professionale.
Guarda le interviste al Prof. Giovanni Manetti e al Prof. Maurizio Boldrini sui 30 anni di Scienze della Comunicazione.